Dislivello in salita: 1012
Tempo di percorrenza: 3-3.30 ore
E' un percorso assai bello e vario, per le valli selvagge dei torrenti Lerone e Negrone, poi in salita fra boschi, gole e pareti rocciose, fino ai prati della Collettassa e alla vetta dell'Argentéa, dove la vista si apre su panorami straordinari.
Accesso stradale: dal casello di Arenzano dell'autostrada Genova-Ventimiglia si va a destra verso Cogoleto. Dopo poche centinaia di metri, superato il valico della Colletta, si gira ancora a destra per scendere in Val Lerone. Oltrepassati alcuni insediamenti industriali, la rotabile risale la valle sul lato sinistro idrografico fino alle Case Motta. Qui si attraversa il torrente su un ponte e poco più avanti si lascia l'auto in corrispondenza di un tornante, presso i ruderi di un'antica fabbrica (71 m).
Itinerario: si sale verso nord nord-est su una strada sterrata che costeggia la recinzione di una villa, poi si prende a destra il sentiero "C1" per Ponte Negrone. Tagliando in piano tra gli alberi si arriva in breve al ripiano erboso detto Cian da Nave (100 m circa).
Lasciando a sinistra il prato, il sentiero scende ad attraversare il Torrente Lerone su una passerella di legno, poi s'innalza sull'altro lato della valle tra la boscaglia, fino ad un crocevia in località Case Freghée (quota 165 circa). Trascurando il sentiero che sale al Passo Gua, si segue verso sinistra la mulattiera dell'acquedotto, che taglia pressoché in piano il fianco sinistro idrografico della Val Lerone. Si superano due piccoli ponti in pietra e si arriva ad un bivio, dove si lascia a destra la diramazione che sale al Riparo Cianella e al Lago da Tina. Subito dopo s'incontra il Ponte Negrone (175 m), notevole opera in muratura alla confluenza dei rii Leone e Negrone, che formano suggestivi laghetti incastonati nella roccia.
Attraversato il ponte, si lascia a sinistra la "Scorciatoia Bricassu" e si prende a destra il "Sentiero dell'Ingegnere" (segnalato con una I rossa in campo bianco) che sale lungo un costone fra arbusti e pini. Piegando a sinistra si entra nella selvaggia valle del Torrente Negrone, che si attraversa a quota 220 circa. Il sentiero prosegue sul lato destro idrografico, giungendo in breve allo sbocco della spettacolare gola rocciosa del Cù du Mundu.
Sfruttando alcuni massi affioranti si attraversa il rio che esce dalla gola (problematico in caso di piena) e si continua sul Sentiero dell'Ingegnere che prende quota con una serie di tornanti, fino ad incontrare il sentiero "C5" proveniente dal Passo du Figu.
Proseguendo a sinistra sul Sentiero dell'Ingegnere, si arriva in breve alle Pòse du Campanin (480 m circa, panchina di legno).
Le "pòse" sono piccoli muri a secco o gradini naturali, situati lungo i sentieri, su cui si appoggiavano i falciatori per riposarsi, quando scendevano dai monti con un grosso carico di fieno sulle spalle. Le Pòse du Campanin si chiamano così perché da lì si vede, in fondo alla valle, spuntare il campanile della chiesa di Lerca.
Il sentiero sale diagonalmente verso le severe pareti delle Rocche dell'Agugia, giungendo quasi subito ad un bivio: qui si lasciano a sinistra il Sentiero dell'Ingegnere e il segnavia C5, per salire a destra lungo un sentiero non segnalato, ma abbastanza evidente. Innalzandosi fra i pini, il sentiero si avvicina progressivamente al Rio Cù du Mundu, poi ne attraversa uno dei rami superiori (Rio de Mugiain) a quota 600 circa. Subito oltre il guado il sentiero è rovinato dai cinghiali, poi diventa di nuovo evidente e prende quota con una serie di tornanti, fino ad immettersi nel "Sentiero A" (770 m circa). Girando a sinistra, si segue il Sentiero A che attraversa il Rio dei Collaìn, quindi s'innalza in diagonale fra balze e dirupi, per scavalcare la Costa dellíArgentÈa sopra le Rocche dell'Agugia. Proseguendo in diagonale verso ovest, il sentiero arriva sull'ampio valico della Collettassa (932 m), che si apre sul contrafforte meridionale del Monte Argentéa, ai piedi della piramide terminale.
Qui s'incontrano vari sentieri: si lascia a sinistra il Sentiero A che scende al Rifugio Padre Rino e, salendo brevemente verso nord, si giunge sul bordo inferiore di un prato. Si lascia a sinistra anche il segnavia "stella bianca" che s'inerpica per un ripido pendio di erba e rocce, e, seguendo il segnavia "tre pallini rossi" si sale sul prato fino ad un bivio, dove si prende il ramo di sinistra che s'innalza verso nord nord-est tra la boscaglia. Salendo con brevi svolte si arriva ad un altro bivio e, proseguendo a sinistra fra erba e rocce, si guadagna in breve la panoramica vetta del Monte Argentéa (1083 m) dove sorge una piccola statua della Madonna.
Discesa: si può effettuare un bel giro ad anello, scendendo per il selvaggio Vallone del Rio di Lerca. Dalla vetta si ritorna all'ultimo bivio, poi si procede verso nord fino al poco lontano Rifugio Argentéa, situato sulla tondeggiante Cima Pian di Lerca (1088 m). scendendo per un breve tratto verso nord s'incontra l'Alta Via dei Monti Liguri, che si segue verso sinistra fino al Passo Pian di Lerca (1033 m). Qui si abbandona l'Alta Via e si scende verso sud nel vallone del Rio di Lerca, seguendo il sentiero segnalato con un triangolo rosso pieno. Il sentiero passa nei pressi del Rifugio Padre Rino (903 m), poi scende alla Casa Segàge (637 m) e infine alla frazione Campo (138 m). Da qui scendendo su strada asfaltata, si ritorna in breve al punto di partenza (2.30 ore circa dalla vetta dell'Argentéa).